La Rete dei Comuni Solidali (ReCoSol) e Banca Etica hanno lanciato una raccolta fondi per acquistare una sede all’associazione Città Futura di Riace, sfrattata dal palazzo dove stava storicamente. Città Futura è l’associazione che ha dato vita al “modello Riace”, che continua nonostante l’accanimento dello Stato.

Non bastava il fronte politico-istituzionale, con lo stop ai finanziamenti e lo smantellamento dello Sprar, non bastava il fronte giudiziario, con l’inchiesta che ha travolto e costretto all’esilio il sindaco Domenico Lucano. Ora Riace deve affrontare anche un nuovo fronte, quello immobiliare.
L’Associazione Città Futura , quella che di fatto ha creato il “modello Riace”, grazie all’accoglienza diffusa, all’integrazione e al rilancio, anche economico, del piccolo paese della Calabria, è stata sfrattata dalla sua sede storica. I proprietari dell’immobile, che sono privati, non hanno rinnovato l’affitto.

“L’associazione ha subìto lo sfratto dal luogo storico in cui si trovava, il secondo piano di Palazzo Pinnarò, nel centro storico di Riace – racconta ai nostri microfoni Giovanni Maiolo, presidente di Recosol, la Rete dei Comuni Solidali – e al momento si trova senza sede”.
Per questo, ReCoSol e Banca Etica hanno lanciato una sottoscrizione che permetta l’acquisto degli spazi che si trovano al primo piano, che sono invece di proprietà di Unicef. Per statuto, l’agenzia delle Nazioni Unite non può né affittare né donare gli spazi immobiliari, ma con i Comuni Solidali ha concordato una cifra per la vendita, pari a 40mila euro.

Con questo obiettivo nasce la campagna di raccolta fondi “Una casa per Riace “, a cui tutte e tutti possono contribuire con una sottoscrizione a questo Iban: IT05 Q 05018 01000 000016766651. Per maggiori informazioni clicca qui  o qui .

In realtà, la campagna di raccolta fondi non è la prima di cui è beneficiaria l’Associazione Città Futura. L’estate scorsa, quando il Ministero degli Interni ritardava l’erogazione dei fondi per l’accoglienza, ReCoSol aveva lanciato un’iniziativa analoga, che era riuscita a raccogliere la significativa somma di 355mila euro.
Il modello Riace, anche per il simbolo che è diventato, non deve finire – sottolinea Maiolo – Ora stiamo ragionando su come farlo proseguire senza l’aiuto dello Stato, vista l’ostilità evidente da parte del governo e visto che ora il Decreto Salvini cancellerà qualunque esperienza di seconda accoglienza in Italia”.

A Riace, in queste settimana è in corso un confronto con la Tavola Valdese sui corridoi umanitari, che potrebbero essere la soluzione per far proseguire, in una forma diversa ma nella stessa direzione, il “modello Riace”.

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