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473 messaggi.
Mancini da Alby sur Chéran (F) pubblicato il 2 Novembre 2019 alle 18:02
Buongiorno. Gestisco come volontario la proiezione di films, uno al mese, nel mio villaggio, Alby sur Chéran, in Alta Savoia. I films proiettati riguardano il sociale, l'ecologia e le azioni per un domani migliore. Nel maggio 2017 abbiamo proiettato "Un paese di Calabria" di Shu Aiello e Catherine Catella. Una storia eccezionale, con protagonisti eccezionali : la maestra, il curato, gli abitanti, i migranti e Mimmo Lucano. Per valutare l'impatto di un film sul pubblico, guardiamo quanto tempo mettono gli spettatori, quando è finito, ad alzarsi: quella volta, dopo diversi minuti, sono io che mi sono dovuto alzare e dire: "Mi dispiace, il film è finito!", nessuno si muoveva, forse per paura di spezzare l'incantesimo di questa fratellanza. In seguito ho seguito con un'indignazione sempre più intensa, con incredulità, le vicissitudini di Mimmo Lucano. E' duro restare ottimisti... MM
Lucilla Boole Ruiz da Canarias pubblicato il 1 Novembre 2019 alle 14:15
Lettera ai progressisti italiani. Per favore, Mimmo e amici, leggete le tesi esposte nel blog www.proibiamolaguerra.it e non rigettatele subito, nonostante la repulsione che vi suscitano per il loro carettere , diciamo, “onírico”, farneticante: potrebbero alla fine sembrarvi interessanti. Nel blog vengono esposte alcune tesi tra loro concatenate: la guerra come crimine sempre e comunque, l’analogia tra cittadino e nazione per quanto riguarda diritti, doveri e responsabilitá verso la comunitá, e quindi l'auspicio della messa in opera di una struttura sovranazionale dotata di organismi legislativi, esecutivi e giudiziari, vale a dire uno stato degli stati, una repubblica delle nazioni. Sono d’accordo con voi: queste sono tesi strampalate, troppo lontane dalle necessitá della gente. Sono idee che non rilanciano l’economia, che non impiegano masse di disoccupati, che non rendono leggero il carico fiscale, che non tengono pulite la strade. Permettetemi peró di difenderle brevemente prima che come tesi, come ipotesi di dibattito. Dai primi anni ottanta la sinistra italiana è andata perdendo identitá. Prima di quegli anni un’identitá ce l’aveva: era l’opposizione e lottava per degli ideali che, se a livello internazionale andavano delineandosi come fallimentari, in Italia avevano procurato dignitá a diversi gruppi sociali. Con la caduta del muro di Berlino e il successivo tracollo della prima repubblica, gli ex-comunisti si sono fusi con la parte sana dei partiti di centro in decomposizione ed insieme hanno cercato di essere socialdemocratici di tipo nordico, vale a dire oculati amministratori. Peró non è facile amministrare un corpo lacerato come l’Italia. Alcuni sforzi dei socialdemocratici italiani sono stati coronati da successi importanti come l’ossigeno. Peró ci sono state anche molte omissioni di soccorso, obiettivi vacui, mosse sbagliate, programmi miopi, mancanza di coraggio soprattutto, problemi e contaminazioni che, debitamente risaltate dall’opposizione, hanno permesso alla destra di spadroneggiare. Una nota a margine: la destra italiana non è una destra conservatrice, ma una destra tribale ( basti pensare allo smodato predominio dell’interesse privato, perfino di un’unica persona e della sua corte, sull’interesse pubblico. Modalitá esistenziale costruita, alimentata e consolidata per mezzo del domino dei mezzi di comunicazione e di intrattenimento ). Negli anni scorsi piú di una volta i socialdemocratici sono stati chiamati dalle urne o dall’Europa al capezzale di un’Italia esaurita dal precedente malgoverno della destra. Al capezzale del paese i socialdemocratici non hanno mai operato il miracolo opportuno. Anzi, propinando medicine - che per definizione sono amare - non tanto efficaci - per insicurezza deontologica - sono diventati i garanti dello status quo, cioé della malattia, richiamando su di sé lo sdegno dei numerosissimi italiani che si ritengono geneticamente innocenti. Oggi la sinistra è a pezzi. Contro i progressisti si è schierata un’armata brancaleone composta da sfascisti malcontenti, da gente frustrata dalla complessitá della scienza, da una classe dirigente inventata sotto i banchi di scuola, da gente che odia per pusillanimitá, da gente che mitizza epoche o sistemi che l’evoluzione ha bocciato, da gente cocciuta che nega l’evidenza e sostiene realtá alternative alla realtá condivisa, da una destra che oltre che cattiva, come da tradizione, è diventata anche crudele e bigotta. Quindi, dall’esterno degli schieramenti, vediamo da una parte nani, saltimbanchi e ballerine, una umanitá variata e colorata, stimolante (non per tutti, ma per molti gusti), vivace e bellicosa, riprodotta ed amplificata dai media che per natura riprendono lo spettacolo ed il sangue, e dall’altra parte un manipolo di funzionari, con i loro dossier, i loro dati alla mano, la loro buona e mediocre volontá, che faticano a mantenersi in scena. Tra loro si esortano a rilanciare la sinistra. Ma rilanciarla come ? In stile Blair, Clinton o Macron? La destra si rilancia ogni giorno creando nemici, spaventando la gente, strumentalizzando gli incidenti, clamando al cambio ed intanto la sinistra cosa fa ? Difende il sistema, accollandosi le colpe della cattiva gestione del potere sia da parte sua che da parte della destra. La destra sfida il paese a cambiare e la sinistra si rimpicciolisce, perché non ha nulla da proporre, non ha nessun piano, non sa dove andare. La destra marcia mentre la sinistra guarda. Ora, non é che io abbia la presunzione di risolvere i problemi elettorali della sinistra e dei progressisti italiani, a me principalmente preme proibire la guerra, un tratto primitivo che deturpa la nostra civilizzazione. Peró, come conseguenza, mi chiedo se la necessitá di istituire un ente sovranazionale che unisca tutti i popoli per scongiurare la guerra, vale a dire l’omicidio di stato incredibilmente tollerato con atteggiamento passivo perfino da chi aborrisce la violenza, non potrebbe essere un utile obbiettivo, una bandiera, per la sinistra italiana. Di Mao ho sempre e solo apprezzato un detto, proprio di un leader di successo: “è bene marciare alla testa del popolo, ma non troppo avanti, se no il popolo non ti vede”. Prescindendo dal valore intrinseco della battaglia contro la guerra che ho intrapreso, sospetto, come voi, che la mia proposta sia inutilizzabile dalla sinistra italiana, perché troppo grossa come impresa e di remota realizzazione. Vi prego di considerarla comunque per un momento. Un anelito verso strutture sovranazionali, che allarghino la vista dalle nostre pozzanghere ad un panorama piú ricco e vario, favoriscono la nascita e la riorganizzazione di partiti europeisti. Quindi un desiderio di armonizzarsi in un piú ampio paesaggio esiste nella societa italiana, al di lá dell’europeismo istituzionale dell’establishment politico ed economico. Ma l’Europa è una creatura delle cancellerie. I popoli europei l’hanno ricevuta in regalo dai loro governanti. ( Anche la Societá delle Nazioni e l’Organizzazione delle Nazioni Unite sono state incubate nelle sfere piú alte del potere). E ancora: difendere i valori dell’Unione Europea è un impegno doveroso e necessario, tenendo conto che ci sono persone che, per lo meno a parole, dichiarano essere disposte a credere che tornare a un’Italia versione pre o post 1860 è una soluzione ai problemi del 2020. Peró, se vogliamo perseguire fino in fondo il conseguimento dei benefici della collaborazione tra i popoli, perché fermarci in Europa ? Lottare per una Europa compiuta è pur sempre progresso, peró significa anche lavorare alla fondazione di un’altra superpotenza, al riconoscimento di piú ampi confini. Significa rischiare di ampliare il sovranismo da nazionale a continentale. Noi oggi abbiamo l’occasione di essere pazzi, coraggiosi e visionari. Abbiamo l’occasione di rilanciare la sinistra al di lá dell’orizzonte, come dire: possiamo dare alla sinistra un obiettivo a lungo termine che la tenga viva e al lavoro per qualche decennio. Badate bene: non credo che questa sia l’unica idea o l’idea migliore per salvare dall’inanitá la sinistra italiana. Valutando la tempistica del programma che propongo, mi auguro che una mente piú feconda indichi una meta piú facilmente e in minor tempo raggiungibile. Epperó, se il tempo passa e non ne salta fuori nessuna ? Sono anni che aspettiamo un rilancio che non si intravede. Ed ancora: il programma di proibiamolaguerra è un buon programma, un passo comunque indispensabile per il progresso, anche perché, finché la guerra non verrá inserita nel diritto internazionale con il nome semplice di omicidio premeditato, l’umanitá non potrá dirsi emancipata dalla barbarie naturale. Chi è contro la proibizione della guerra propugna implicitamente la guerra. Chi sogna il sovranismo prepara la guerra. I popoli sovrani, per mantenersi sovrani, prima o poi devono menarsi tra di loro, come han sempre fatto. Chi non sferra il primo colpo è giá mezzo sovrano. Al sovranismo bisogna che la sinistra contrapponga la filosofia della collaborazione. Della collaborazione perfino coatta, a spese del dialogo. I dialoganti dialogano fino a stancarsi e poi ognuno va per la sua strada senza aver cambiato idea, cronicizzando la lesione. Il pianeta non puó piú permettersi tanta tolleranza. I dialoganti devono avere la possibilitá di portare il loro conflitto davanti una assemblea che rappresenti tutti i popoli del pianeta ed in quella sede esporre le proprie ragioni. L’assemblea esaminerá il materiale e finalmente voterá una risoluzione che sará vincolante, e fine del dialogo. Il politico “normale”, con aspirazioni circoscritte all’amministrazione e alla conquista del potere, si concentra troppo sul consenso. Spia i desideri della gente, che è un insieme eterogeneo di persone, prova a compaginarli con la sua teoria politica e cerca di accontentare tutti, o di accontentare il maggior numero di elettori senza scontentare il resto. Preso fra parecchi fuochi si dirige ora lá, ora qua: non cammina, ma deambula. Anche la destra cerca il consenso, ma si aiuta creando uno o piú spauracchi e compatta le parte meno colta della popolazione contro un nemico immaginario. Per uno schieramento politico individuare un nemico è vitale. Prima di Berlinguer la sinistra aveva un nemico, il capitalismo, l’imperialismo, ed era piú sicura di sé. Guarda caso, era inserita in un progetto internazionale e per un breve periodo lideró una attualizzazione del progetto marxista per l’Europa. Nonostante il comunismo sia morto da quarant’anni, alla destra italiana fa comodo additarlo ancora come nemico pubblico numero uno o due. In effetti è un nemico comodissimo perché, in quanto morto, neanche respira. Ma uno schieramento politico, invece di fondarsi sulla lotta contro un nemico, ha la possibilitá oggi di aggregarsi intorno ad una esigenza morale storicamente ineludibile. Il mondo, per lo meno la parte di popolazione piú evoluta culturalmente, è pronta per questo salto, voglio dire: è pronta per planetarizzare qualsiasi problema, riconosce l’urgenza di collaborazione e coordinamento globale. A questo punto il presidente di una regione, il sindaco, il deputato si chiederá come la mobilitazione verso un programma progressista tanto audace e di ambito intercontinentale possa ispirarlo nell’amministrazione quotidiana della cosa pubblica. Credo infondendogli coraggio. Inducendolo a non sforzarsi di accontentare tutti, bensí a procedere verso la direzione nell’interesse della causa, che è talmente al di lá delle meschinitá contingenti da impedire l’accidentale impantanamento. Sforzandosi di essere impopolare. Brillando per le sue scelte coraggiose, sprezzante dei sondaggi. Non esitando a esigere sacrifici dai suoi elettori. Praticamente pronto a morire. Naturalmente non sará rieletto, ma intanto è divenuto un punto nitido di riferimento. Puó anche darsi che sia rieletto, perché al “popolo bambino” piacciono i tipi tosti. Se questa proposta fosse dibattuta e migliorata, grazie alla forza del suo indiscutibile valore etico, potrebbe riattivare gli attivisti, sollevare i depressi, aggregare nuovi soggetti politici, dare una speranza concreta a chi desidera un mondo migliore. Bene, spero non avervi annoiato e buon lavoro.
Ida Ungaro da Catanzaro pubblicato il 25 Ottobre 2019 alle 10:31
Buongiorno Signor Lucano, vorrei incontrarla per condividere con lei l'idea di un futuro progetto che possa svilupparsi sul modello di accoglienza ed integrazione da voi condiviso ed in sinergia alle attività che come associazione intendete promuovere ai fini della vostra mission. Per intenderci in Calabria, non vorremmo creare un doppione di associazione che persegua obiettivi di integrazione per migranti e rifugiati, ma contribuire alla realizzazione di progetti socio-educativi, socio-integrativi che possano essere di supporto ed utilità al perseguimento di scopi comuni in azioni di partenariato. L'idea di base è quella di avviare una raccolta fondi, coinvolgendo un'istituzione riconosciuta in tutto il mondo, la Ramakrishna Math, a sua volta gemellata alla Ramakrishna Mission, della quale facciamo parte, e perseguire opere caritatevoli in qualità di associazione affiliata. Questo dovrebbe permetterci di avvantaggiarci di una raccolta fondi attiva su scala mondiale da destinare alle possibilità di crescita e sviluppo dell'integrazione sociale di migranti e rifugiati in Calabria. Seconda prospettiva sarebbe quella di cooperare utilizzando fondi della progettazione europea in un ottica di collaborazione tesa a superare i prevalenti ostacoli del sistema politico sociale attivo su territorio nazionale. Il nostro incontro dovrebbe servire a comprendere se esistono i presupposti di collaborazione in un ottica comune rivolta ad un interesse non a scopo di lucro. La saluto e auguro buon lavoro a lei ed al suo staff. Cordiali saluti, Ida Ungaro
Roberta Catania da Bolzano pubblicato il 13 Ottobre 2019 alle 10:50
Buongiorno Mimmo, intanto La ringrazio per quello che comunica a noi giovani e per quello che fa per la società. Io sono coordinatrice di un centro giovani di Bolzano e mi piacerebbe venire con alcuni ragazzi a toccare con mano la realtà di Riace, anche ad oggi, senza lei come sindaco, per fare delle azioni si raccolta di testimonianze e per fare azioni di volontariato. Sarebbe secondo lei fattibile? Sa consigliarmi qualcosa a riguardo? Grazie Roberta
Floridia Giuseppe da Colonia pubblicato il 28 Settembre 2019 alle 15:49
Caro Mimmo, volevo ringraziarti per la tua presenza, ieri sera, a Colonia. Sapevo già tutto della tua vicenda, volevo però viverti di persona: ho visto confermata la mia idea che mi ero potuto fate di te. Il tuo modo di parlare e raccontare la tua vicessitudine è schietto e, quasi, impacciato. Mi hai commosso. Grazie! Ti auguro tanta forza e tenacia sul percorso che hai intrapreso. Un caro saluto e un abbraccio, Giuseppe Floridia P.S. Sono quello che ieri sera ti ho dato un'"Amaca" e un altro articolo che parla di te.
Antonio da Montesarchio pubblicato il 11 Settembre 2019 alle 17:40
Lasciagli bere Il tuo amaro cognome, Esiliato uomo ingegnoso. Sforzati a capire che il teorema E' invisibile e tu Hai sbrogliato le carte. Mimmo, corsaro libero.
Renzo Compagnoni da Rosignano Marittimo pubblicato il 6 Settembre 2019 alle 16:29
Caro Mimmo, Già ierlaltro sera abbiamo cantato a Cecina Mare al XXV°Meeting internazionale antirazzista, la bellissima canzone "Niente nanne per l'uomo ne" di Enzo Ziparo(g.c.)in Tuo sostegno,oltre ad altri 10 brani sul tema del Mia. Perche noi del CORO PARTIGIANO ANPI DI ROSIGNANO E CASTAGNETO, Ti abbiamo idealmente adottato lo scorso anno ,dopo l'appello di Giovanna Marini segnalatoci dalla nostra corista Paola ,raccogliendo una piccola sottoscrizione. Finalmente Ti è stata resa giustizia e Sei potuto tornare a casa. Ma il danno arrecato a Te, alla città di Riace ed ai migranti (ed a noi tutti per l'umiliazione sofferta)è incommensurabile e nessuno potrà mai ripagarTelo. Noi desideriamo esternarti tutta la nostra gioia,e che comunque continueremo a cantare per Te ed a portare il Tuo messaggio in tutte le occasioni possibili. Ciao Mimmo,e se capiti da queste parti,vienici a trovare! Il Coro Partigiano Anpi Rosignano /Castagneto
Barbara Durante da Lucca pubblicato il 6 Settembre 2019 alle 8:08
Bentornato
Julio Gisbert da Madrid pubblicato il 27 Agosto 2019 alle 23:03
Siamo rimasti colpiti in Spagna dal lavoro svolto da Mimmo Lucano a Riace e vorremmo invitarti a un congresso di valute locali che si svolgerà a Zafra (Badajoz) dal 18 al 20 ottobre e vorremmo invitarti. Potete per favore fare la direzione? Grazie mille e complimenti per la tua attività, i migliori saluti.
Angelo Romano da Barcelona pubblicato il 20 Agosto 2019 alle 0:38
Per Mimmo Lucano, solo un grande abbraccio. Non è neanche un problema di essere d'accordo con lui o meno, o di giudicarne o meno le posizioni politiche o le visioni sociali; è ormai diventato solo un problema di umanità: mi rifiuto con tutto il cuore di accettare che a una persona venga negata la possibilità elementare di tornare nel proprio paese di origine, fino al punto da non poter stare con il proprio padre malato. È totalmente inaccettabile, e non nego che mi siano scappate un paio di (umane) lacrime nel scoprire di questa notizia. Non è questa la società in cui pensavo di trovarmi. Mi fa male anche solo pensare che, in nome della partigianeria politica, si sia arrivati fino a questo punto. Facciamo davvero così umanamente schifo? Abbiamo davvero raggiunto un livello così infimo? Ad agosto 2019 mi viene sinceramente difficile capire perché a Mimmo Lucano non possa essere permesso di tornare a Riace, specialmente ora che le elezioni si sono tenute e il signor ministro degli Interni sia riuscito a piazzare uno dei suoi soloni al comando della città. Stiamo raggiungendo livelli di inumanità che, nella mia adolescenza, credevo impossibili nel XXI secolo. E invece no. Un abbraccio umano, di nuovo. E mi auguro che chi di dovere riscopri un briciolo di umanità dentro il proprio cuore.